Without filters in the tunnel (free thoughts)
from "Versi da una camera oscura", Amazon editions, 2021
I don’t
know how much again I should serve my guilt to have loved with no limits
Neither of
the mind nor of the conscience
I recollect
the fragments of what has been at the mercy of nothingness
Just by
virtue of my passion and without welcoming addressers.
As ever I
love who is not present
And the
imperviousness of the path attracts me and shroud me without filter.
Who we
gather what I sowed along the way and will succeed to stitch me up
To come
back to be what I was and to evolve in something somehow better?
I have no
consciousness of what I am
And the
future is an unclear arcanum.
Behind the
walls of the indifference often are hidden sick hearts.
I hope to
have let transpire some sense of beauty and inner illumination
Even if
sometimes avulsed from reality,
To have
gifted a dream
In a world
that is not so marvelous
And
escapism
And a cradle
of tenderness
In which finding shelter.
I know how it feels
When you
arrived stretched blown out to the limit
And you
feel with no rescues, no god, no alibi, no hope.
This is
what I have given not asking nothing in return,
As I would
have wished to have been done to me.
But it was
like talking to a deaf
And to show
to a blind man.
So much
that I had to turn back to retrace my steps
Not losing
out too much.
I wished a
son of love to offer to life…I produced cancers…the sons of rejection…
My immunological
system is fucked,
Psychological
defences to seal again
But at
least is left the poetry.
You’re a
professional killer.
Maybe it’s
just me the deaf and the blind person.
Probably
it’s the strange manner to adapt oneself to the life.
And I’ve lost and an important part of me have
been left.
Mocked and repeled
Made insignificant
With you I risked the bottom of the barrel.
Maybe I have a propension for bastards…
Everyday one humiliation more.
You sucked me in a vortex
In order to see me reduced to beg for a caress
or a gesture
Make me go beyond each of my abysses
To find always new resources
To be able to love you one time more
Persisting in not accepting a reality different
from that I have imagined.
Let’s not
turn back any more, let’s look just ahead,
Towards
more natural compatibilities, out of the machine,
Searching
not just by the instinct and the heart
But also by
the use of mind
What helps
us to build our happiness,
If we are
not able to stay alone.
We would
create less damages if we would learn to love more ourselves.
It’s been foulishness.
Maybe it’s my fault.
The end of
a love story is not the end of life,
Even if I
live each of them as it was the only one,
Even if I
always fight with my first of them, the only unforgettable,
And it’s
hard to find new equilibriums
Because every story transforms you
And you
can’t be always equal to yourselves.
We drag
ourselves, we combat to find us again unnerved, not knowing what to do
Sometimes
for the wish to put ourselves at stake
To find a
sense where sometimes there isn’t one
To look
then the sky and find again the serenity,
a sky that
shows us that this is all.
I don’t
know if it exists the perfect alchemy or it’s just a bullshit that we tell us
But I have
learned by experience that the most important thing is to not lose oneself of
sight,
To preserve
us from useless devastations and self-harm,
In search
of wisdom within an emotion.
Love is communion, not annulment for the other
Even if maybe I won’t never be capable of not giving
myself completely without conditions
And I will live forever somehow the conflict.
Arrived to
forty, you come to terms with it
With the
fact that nobody won’t be able to fill up that void
But maybe
I’m just wasting my time with no point
For who has
never deserved it and has never cherished my happiness.
I try
naturally to open myself to life, with its joys and sorrows,
to who
wants me to reflourish and smiles at me,
Non so quanto ancora dovrò scontare la colpa di aver amato senza limiti
Né della mente né della coscienza
Raccolgo i frammenti di ciò che è stato sparsi in balia del nulla
Forti solo della mia passione e senza destinatario di recapito.
Come sempre amo chi non c’è
E l’impervietà del percorso mi attrae e coinvolge senza filtro.
Chi raccoglierà ciò che ho seminato per la via e riuscirà a ricucirmi
Per tornare a essere quel che ero o evolvere in qualcosa comunque migliore?
Di quel che sono non ho coscienza
E il futuro è un arcano incerto.
Dietro muri d’indifferenza spesso si celano cuori malati.
Spero di aver fatto traspirare qualche senso di bellezza e illuminazione interiore
Sebbene talvolta astrusi dalla realtà,
di aver regalato un sogno
In un mondo che tanto meraviglioso non è
Ed evasione
E una culla di tenerezza
In cui trovare rifugio.
So cosa si prova
Quando si arriva scoppiati al limite
E ci si sente senza scampo, senza dio, senza alibi, né speranze.
Questo è quel che ho dato senza chiedere nulla in cambio,
come avrei voluto fosse stato fatto a me.
Ma era come parlare a un sordo
e mostrare a un cieco.
Tanto da dovermi ritirare sui miei passi
senza rimetterci troppo.
Volevo un figlio dell’amore da offrire alla vita…ho prodotto tumori…i figli del rifiuto…
Il mio sistema immunitario va a puttane,
Difese psicologiche da ricucire
Ma almeno è rimasta la poesia.
Sei un killer professionista.
Forse la sorda e la cieca ero proprio io.
Probabilmente è lo strano modo di adattarsi alla vita.
Ed io ho perso e ci ho lasciato una parte importante di me.
Irrisa e repulsa
Resa insignificante
Con te ho raschiato il fondo del barile.
Forse ho una propensione per i bastardi…
Ogni giorno un’umiliazione di troppo,
mi hai risucchiata in un vortice
per poi vedermi ridotta ad elemosinarti una carezza o un gesto
facendomi andare oltre ogni mio abisso
per trovare risorse sempre nuove
per riuscire ad amarti una volta in più
ostinandomi a non accettare una realtà diversa da come l’avevo immaginata.
Non volgiamoci più indietro, guardiamo solo avanti,
verso compatibilità più naturali, fuori dalla macchina,
cercando non solo con l’istinto e il cuore
ma anche con la mente,
ciò che ci aiuta a costruire la nostra felicità,
se non sappiamo stare soli.
Faremmo meno danno a imparare ad amare più noi stessi.
E’ stata una follia. Forse è colpa mia.
La fine di un amore non è la fine della vita,
anche se vivo ogni storia come se fosse unica,
anche se combatto sempre col mio unico primo,
ed è dura riequilibrarsi
perché ogni storia ti cambia
e non si riesce più ad essere sempre uguali a se stessi.
Ci si trascina, si combatte per ritrovarsi sfiniti e non saper che fare
Talvolta per la voglia di rimettersi in gioco
Per trovare un senso dove talvolta non c’è
Per poi guardare il cielo e ritrovare una serenità che ci mostra che è tutto qui.
Non so se esiste l’alchimia perfetta o è solo una balla che ci raccontiamo
ma ho capito con’esperienza che l’importante è cercare di non perdersi di vista,
di preservarci da devastazioni inutili e autolesionismi,
cercando saggezza dentro l’emozione.
L’amore è comunione, non annullamento per l’altro
Anche se forse non riuscirò mai completamente a darmi senza riserve
e vivrò sempre in qualche modo il conflitto.
Giunti a quarant’anni te ne fai una ragione
Che quel vuoto non lo potrà mai colmare nessuno
Ma forse spreco solo tempo inutilmente
Per chi non l’ha mai meritato e non ha avuto mai a cuore la mia felicità.
Cerco di aprirmi naturalmente alla vita, con le sue gioie e i suoi dolori,
a chi ti vuol fare rifiorire e ti sorride,
piuttosto che rivangare un passato inclemente
per scrollarmi di dosso la croce del dolore.
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