Figli della notte/ Sons of darkness

Avrei voluto poggiare la mia testa sul tuo petto, cuore mio, 

stanotte,

ed essere incatenata in un tuo forte abbraccio

per non farmi volare ancora una volta via.

Non tornerà più il passato, amore,

una serie di velleità nascoste e parole non dette,

un'afonia del cuore e un'anima obnubilata,

estraniata.

Io e tu una cosa sola,

pulsione repressa,

come un delirio erotico.

Una rosa porpora e nera

come le tue labbra

che tremano di passione...

La legge del desiderio e la fretta dell'istante...

come Icaro scioglie le sue ali al sole

noi viviamo la notte, il regno del mistero,

come una culla,

senza vincitori né vinti,

in un'anestesia che ci aliena dal mondo e rapisce il nostro istinto

dove noi siamo noi

e tutto l'universo intorno cade...così distante,

così vacuo...anzi vuoto.

Siamo carne e sangue e l'anima chissà...

Tigri nelle macchine che celano vulnerabilità proibite

e chi si arrende è fuori.

Estromessi dal cemento, agogniamo a qualche bucolica demistificazione.

Natura umana violentata,

estrapolata, sguinzagliata, mercificata.

Vorrei fermare l'oggi

per rivivere ancora un giorno in più un'emozione crescente

in cui tutto diventa alchimia,

scrollandoci di dosso le futilità stanche

di un mondo che ha perso ogni speranza,

e in cui ogni dolore svanisce,

in una droga che i nostri odori fondono e, coi noi brividi, fremono.

I'd have liked leaning my head on your chest, my sweetheart, 

tonight,

and being chained in a strong hug of yours

to not make me fly away once again.

The past will never come back, my love,

a bundle of hidden velleities and never said words,

an aphonia of the heart and an obnubilated soul,

estranged.

You and I, just one thing,

repressed pulsion

as an erotic raving.

A purple and black rose

as your lips

that tremble of passion...

the law of desire and the rush of the ticking moment

just like Icarus melt his wings under the sun

we live the night, the kingdom of mystery,

as a cradle,

with neither winners nor losers,

in an anesthesia that alienate us from the world and cut off our istinct

where we are just us

and all the universe around falls out...so distant,

 so vain...actually, void.

We are flesh and blood and who knows about the soul...

Tigers in the machines that conceal forbidden vulnerabilities

and who gives up is sidelined.

Ejected by the cement, we crave for some bucolic demystification.

Raped human nature,

pulled out, unleashed, commodified.

I'd like stopping the nowhere

to live again one more day a rising emotion

where all becomes alchemy,

shrugging off from us the weary futilities

in a world that has lost every hope,

and in which every pain vanishes,

in a drug that our smells merge and, along with our shiverings, quiver.