Sunday, May 15, 2016

Vertigine instabile - Upsetting vertigo







Alla fine della mia corsa
Coi panni lisi e sporchi
vomitata via dagli scorticati mulinelli
Di una vita fragorosa e incerta
Scaraventata all’angolo di un ring
Fragile e indomita
Alla conquista di uno spazio
Di paradisi onirici
Mi rifugio nel buffo surrealismo in cui mi esprimo
E trova forma
La mia dimensione immaginata e sterile
E mi scaldo al focolare della tua passione assolata e ardita
Ammaliante e felino
Arguto e tagliente
Scolpisci i solchi delle sfumature dei miei colori cangianti
E mi avvolgi nella melodia delle tue sottili seduzioni
Sfiorando i limiti del mio equilibrio liquido
Come i tasti di un pianoforte
Che profondono in digressione
Suoni lievi e gravidi
Di emozioni penetranti e suadenti
Vertigine instabile
Che incrini le fondamenta dei miei scricchiolanti edifici
Gioco di variabili
Voglia di un’infanzia mai avuta
E di tenerezza infinita
Porti in dono anelli
Per racchiudere i bordi scontornati
Delle piume di un pavone di stile
Orgoglioso e stanco
Per perturbare inquieto e sollazzare dolce
Il mio autoreverenziale narcisismo
Per raccogliere morbido
Le ceneri di una precarietà volatile e sconnessa.

Upsetting vertigo

 

At the final point of my run

With worn and dirty clothes

Vomited away from the flayed whirls

Of a roaring and uncertain life

Dashed away to the corner of a ring

fragile and indomitable

to the conquest of a space

of oneiric paradises

I find refuge in  my droll surrealism in which I express myself

And find shape

My imagined and barren dimension

And I warm myself to the fire of your sunny and daring passion

Bewitching and feline

Witty and sharp

Engrave the grooves of the shadings of my changing colours

And enclose me in the melody of your subtle seductions

Caressing the limits of my liquid equilibrium

As the keys of a piano

that spread out in digression

Light sounds,

soaked by penetrating and tempting emotions

Upsetting vertigo

That breaks down the foundations of my creaky buildings

Game of variables

Desire of a never had childhood

And of infinite tenderness

You bring with you rings as sign of gift

To hold the silhouetted edges

Of the feathers of a stylish peacock

Proud and weary

To perturb, restlessly, and to amuse, sweetly,

My self-referential narcissism

To gather softly

The ashes of a volatile and disconnected precariousness.

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