Thursday, February 25, 2021

I labirinti dell'egoismo - The labyrinths of the egoism


 

Pensavo che l’amore sacro fosse l’unico tipo di amore possibile

Ma in realtà tutto dipende da cosa intendi per sacro.

Annullarsi per l’altro è una stortura indottrinata dal cattolicesimo

O indotta da qualche malsano esempio parentale,

con cui convivi, ti ribelli, a volte rassegni.

La base di ogni mio errore sta in questa credenza,

 a volte veicolata e in qualche circostanza trapelata,

A cui non avrei dovuto lasciare spazio perché illogica.

Dio ci ha creati eguali ed è artefice di armonia.

Tutti abbiamo bisogno di tutti

Ma principalmente di essere presenti a noi stessi.

Chi ama il prossimo come se stesso, o ancora meno?

Gesù è morto in croce…

Chi predica bene, chi razzola male,

Chi si mette sul pulpito col dito puntato contro

 e chi è costretto a nascondersi,

Dimenticandoci che la perfezione risiede nell’astrazione e nella conciliazione, nell’empatia,

E che attraverso l’intuizione possiamo giungere all’essenziale,

 senza ricamarci troppo sopra,

magari attraverso il silenzio, la meditazione e un attimo di trascendenza

recuperando una ricongiunzione di energie

con l’universo fuori e dentro di noi,

per capire che questo distacco è assolutamente innaturale.

Cosa ci distingue dagli animali o vegetali?

Solo la capacità di farci del male,

di darci il fuoco e l’inferno con le nostre macchinazioni mentali,

con le nostre elucubrazioni astruse,

per giustificare disperatamente o ciecamente cause egoistiche,

che vanno bene solo per noi

o che aggiungeranno solo danno a danno,

allontanandoci da quello che chiamano ”paradiso”, che è solo uno stato della mente

in questa o altre vite.

Allora ci rendiamo conto di quanto possiamo essere sadici,

distruttori di noi stessi e del pianeta in cui viviamo.

Qual è follia?

Arraffare o alienarsi, fermarsi un pò riflettere?

Annaspare, blaterare o fermarsi un po’ a osservare?

Cos’è il benessere?

Dove sono finiti gli ideali? 

Tutto a volte sembra guerra e morte, conflitto, intorno ,

o negli incubi che devastano le nostre menti.

Dov’è la gioia?

ci avviliamo per la sopraffazione e l’inganno che spesso vengono perpetrati,

Chi è forte? Che significa?

O invece fragile, debole?

La modalità di reazione all’evento è personale e differente caso per caso.

Chi ha trovato il centro e gli dà voce?

Guadagnare vantaggio rispetto a chi e a cosa?

Salvarsi da cosa?

Nella frenesia si perde il senso.

Dov’è la libertà e la democrazia?

Chi è furbo, non semplicemente scaltro?

Per tutti noi c’è un capolinea

E alla fine cosa diremo a noi stessi?

Cosa è veramente importante, cosa contrario al principio della vita?

Purtroppo la saggezza talvolta è dei matti, o stravaganti,

O di qualche strano guru confinato agli angoli della terra,

Di quelle persone cosi strane che ci fanno tanto paura,

Che non osteggiano il proliferare di emozioni,

Per qualche bieco tornaconto, prestigio, facciata o cosa vuoi che sia,

facendo forse la differenza .

Saremmo tutti omologati, come polli in batteria,

In una rincorsa che ci conduce a un vicolo cieco

E che sicuramente non ci darà mai abbastanza o la pienezza

E  ci farebbe sbaragliare facilmente in declivi imprevisti.

La felicità non sta nell’attimo

E quella dell’amore è una dura strada in salita.

Se apriamo gli occhi piccoli miracoli accadono ogni giorno

Se guardi con gli occhi del cuore e schiudiamo le orecchie alle melodie di un vagito,

Se raccogliamo la mano di un bambino dispersa nel vuoto  o nell’incertezza,

Se abbracciamo un fratello,

Se ci culliamo in un canto,

se ricerchiamo affinità piuttosto che discordanze

e cominciamo un po’ a specchiarci l’un l’altro

e vedere nell’altro parti di noi che ci conduce all’unità,

se riusciamo a vedere in questo la salvezza piuttosto che il tracollo

e sconfiggere le nostre paure che non dobbiamo rinnegare ma bilanciare

e allora potremmo dire di avere finalmente vinto.


The labyrinths of the egoism

I guessed that sacred love was the unique type of possible love

But in reality all depends on what you mean for sacred.

Erasing yourself for the other is a wrongness indoctrinated by Catholicism

Induced from some insane parental example,

with which you live, against which you make rebellions, sometimes resign,

sometimes conveyed and in some circumstances  transpired,

to which I shouldn’t have left room because illogic.

God has creates us as equals and is creator of harmony.

Everybody needs everybody

But first of all to be present to ourselves.

Who does love the next as him/herself, or even less?

Jesus died in a cross…

Who preaches well, who evil roams,

Who staggers on the pulpit with the finger pointed

And who is forced to hide oneself,

forgetting that perfection resides in the skill of abstraction and in the conciliation, in the emphaty,

and that through the intuition we can reach the essential,

 without embroider too much on it,

maybe through the silence, the meditation and a moment of transcendence

making up a reconjuntion of energies

with the universe outside and inside us,

to under stand that this detaching is absolutely unnatural.

What distinguish us from the animals or plants?

Only the ability to hurt ourselves,

To give us the fire and the hell with our mental machinations,

With our abstruse lucubrations,

to desperately or blindly justificate egoistic purposes,

that fit well just to ourselves

or that will add just damage upon damage,

departing from what they call “paradise”, that is just a state of mind

in this or others lives.

Only then we take consciousness of how much we are sadic,

Destroyer of ourselves and of the planet we live in.

What’s the madness?

Snatching or alienate ourselves, stopping for a while to reflect?

fumbling, babbling or stopping for a while to observe?

What’s the wellbeing?

Where are finished the ideals? 

Everything sometimes seems to be war and death, conflict,

Around us or in the nightmares that devastate our minds.

Where is the joy?

We are disheartned for the subjugation and the reception that are often perpetrated,

Who’s strong? What does it mean?

Or instead fragile, weak?

The modality of reaction to the event is personal and different case by case.

Who has hit the mark and given voice to it?

Gaining advantage in comparison of what?

Rescuing oneself from what?

In the frenzy we lose the meaning.

Where is the freedom and the democracy?

Who is tricky, not simply cunning?

For all of us there’s a final stop

And at the end what will tell to ourselves?

What’s really important, what’s contrary to the principle of life?

Unfortunately wisdom sometimes is proper of mad or extravagant people,

Or of some quirky guru confined at the corners of the earth,

Of those persons so strange that scare us so much,

That don’t obstruct the proliferation of emotions,

for some grim profit, prestige, facade or whatever you want could be,

marking perhaps the difference .

We would be all homologated, as battery chicken,

In a run after that leads us to a dead end

And that for sure won’t give us never enough or the wholeness

And would easily derange us in unforeseen slopes.

Happiness is not in the moment

And that of love is an hard street going up.

If we open up our eyes little miracles happen everyday

If you look with the eyes of the heart and disclose our hearing to the melodies of a wail,

If we catch the hand of a child lost in the void or in the uncertainty,

If we hug a brother,

if we lull in a chant,

if we are in the quest of affinities rather than discrepancies

if we start to mirror a little each other ourselves

and to see in the other parts of us that lead us to unity,

if we can see in this the rescue rather than the collapse

and defeat our fears that we don’t have to deny but to balance

only then we could say to have finally won.

Thursday, February 18, 2021

Chi arriverà in America? - Who will arrive to America?





 

Cosa ha lasciato posto all’arsura e alla devianza?

Vorrei chiuderla la porta del passato,

In cui mi aggiravo senza bussola,

fuggire lontano dalle sue stanze  polverose e anguste

che tuttora, se si soffermano,  hanno il potere di incrinare l’animo

 ma che non potrai fare mai svanire…

Vorrei abbandonare quella sensazione di  grigiore e inadeguatezza

Di una realtà  diversa da come l’avevi sperata,

Nonostante un’apparenza strassata, glitterata, smagliante,

con la mente trasognante, persa in illusioni indicibili e rapaci,

Che abbandonano le scomposte macerie.

Voglio mettere il cuore in quest’America che forse non raggiungerò mai,

Questa quintessenza del progresso  e del benessere

Questo balcone affacciato su una chimera di una sconfinata passsione

Questo baluardo di un’ opulente inespugnabilità e invulnerabilità.

C’è chi dice che io l’abbia già trovata qui ma,

Se mi guardo dentro,

So che non ci sono mai stata.

Come al solito la forma e la sostanza vivono schizofreniche distanze,

a volte sorpresi da sembianze,

e tutto già si colora e sembra vero

E forse si riapre un gioco delle probabilità,

Un movimento,

Un buon combattimento,

Un sentimento,

E  la vita continua…

Comunque sia

A prescindere dalle nostre emozioni o velleità,

 frustrazioni e intemperanze

 imperfezioni e amare insicurezze

Per lasciare spazio a  delicate, insospettabili speranze

Che faticano a trovare energia

per attecchire non curanti nella fertilità di un sorriso,

nel completo dono o abbandono di se stessi

per rifiorire nell’altro

e rigogliosamente trasformarsi.

Un sussurro all’orecchio

Può essere un taglio  nel cuore

Se non sai cosa dici,

Ma si può volare oltre la pazzia

Perché qualcuno che ha già bisogno di te

E potremo nuovamente dispiegare le nostre ali verso l’infinito,

Leggeri e  ineffabili,

Nell’armonia con un universo che va oltre le nostre mancanze o delusioni

E che mira a irradiare i nostri cuori nonostante tutto,

 etereo,

forte,

imperturbabile,

inesorabile,

tanto reale quanto impalpabile,

calcando anche le orme dei nostri deliri

verso un’impensabile destinazione altra,

diversa,

che conduce alla pacificazione,

alla liberazione,

al paradiso.


Who will arrive to America?

What has left space to the thirst and deviance?

I would like to close the door of the past,

in which I wandered without a compass,

run far away from its dusty and narrow rooms

that even now, if it dwells, has the power to crack the soul

but you can never delete…

I’d like to give on that sensation of greyness and unsuitability

Of a reality different from what you have hoped,

although a equine, glittered, brilliant,

with a dreamy mindset, lost in unspeakable and rapacious illusions,

that abandon the decomposed debris.

I want to invest all my energies in this America that maybe I would never reach,

This quintessenze of progress and wellbeing

This balcony overlooking a chimera of unlimited passion

This bulwark of an opulent impregnability and invulnerability.

Someone says I have already found one here but,

If I look behind me,

I know that I’ve never been there.

As always the form and the substance live schizophrenic distances,

Sometimes surprised by features,

and everything takes on colour and seems to be real

and maybe a game of probabilities re-starts,

a move,

a good fight,

a feeling,

and life goes on…

anyhow…

regardless our emotions or desires,

 frustrations and intemperances

 imperfections and bitter uncertainties

to leave space to delicate, unsuspectable hopes

that struggle to find energy

to take roots carelessly in the fertility of a smile,

in the complete gift or abandonment of oneself

to re-born in the other

and gorgeously transform oneself.

A whisper in a hear

Can be a stab in the heart

If you don’t know what you say,

But you can fly over madness

Because someone already needs you

And we could once again unfold our wings towards the infinite,

Light and ineffable,

in the harmony with a universe that goes beyond our lacks or delusions

and that nevertheless aims to irradiate our hearts,

ethereal,

strong,

unflappable

relentless,

as real as intangible,

stamping on even the footprints of our deliriums

towards an unthinkable, other destination,

a different one,

that leads to appeasement,

to the liberation, 

to paradise.

.

Adattamenti - Adaptations


 

Come un albero divelto

E avvizzito porta le rughe stanche del tempo,

 affondo le radici nell’aridità di un fosso,

nella secchezza di un deserto

e il gelo di un cuore solo.

Protendo i miei rami al vento…

spero,

da questa dimensione di mezzo

persa e assente, distante,

tra cielo e terra.

Aspetto ,

 un rinnovamento riparatore,

il cambio delle stagioni,

senza che nulla muti

dalla superficie al cuore

 nell’irrequieta desolazione del mio animo.

Malinconica attesa,

Scettica a tratti, talvolta mista a rassegnazione,

ma perseverante,

In un ghigno, uno sguardo sospirante,  un riverbero.

Credendo con ogni mia energia

che una trasmutazione rigenerante sia possibile

 per trasmigrare in una più felpata dimensione dell’esistenza

per non marcire e tornare farfalla

o morire…

Porto con me il desiderio di quella leggerezza  perduta

di scaldarmi al sole tiepido di un amore, un abbraccio, un gesto…

per non cibarmi più dei ricordi

e non  coltivare più il culto dell’assenza,

la nostalgia di ciò che era e non c’è più.

E sei solo.

La materia degenera ,

Lo spirito basta a se stesso.

Passeranno questi inverni,

i disagi,

le intemperie

ed evolverò,

e sarò altro da qui

e  una volta in più me stessa

per staccarmi finalmente da questo suolo amaro

e tornare a librarmi, con una carezza, 

nel cielo terso di un mattino d’estate.


Adaptations

 

As a torn up and withered tree

Brings the weary wrinkles of time,

 I dig my roots in the dryness of a ditch,

In the drought of a desert

And the frost of an alone heart.

Stretching out my branches to the wind,

I hope,

in this inbetween dimension,

lost and absent, distant,

between heaven and heart.

I hold on ,

A fixing renewal,

the run of the seasons,

without any changes

from the surface to the hearth

In the upsetting desolation of my soul.

Melancholy  wait,

Someway sceptical, sometimes accompanied by a feeling of resignation,

but perseverant,

In a grim, in a whispering glance, a reflection.

Believing with all my energy

That a regenerating transmutation could be possible

 To migrate towards a more plushy dimension of the existence

To not ripen and to transform myself in a butterfly once again

Or to die…

I bring with me the desire of that lost lightness

of keeping myself warm under the mild sunshine of a love, a hug, a gesture…

to not feed up myself with rememberings anymore

and to not cultivate anymore the cult of the absence,

the nostalgia of what was and it is no more.

And you’re alone.

Everything degenerates ,

Even if the spirit  is sufficient to itself.

These winters will pass,

the discomforts,

the inclemencies of the weather

and I will evolve

and I’ll be other than what I’m here

and once more I’ll be on my own

to finally uproot from this bitter soil

and to return to hover myself, by a caress, 

in the clear heaven of a summer morning.


Il bacio della luna - The kiss of the moon


 

Pensare che un tempo mi sentivo luna,

Fatata in cielo. dentro un manto di stelle,

In una dimensione musicale e divina.

Vergine amante

Di un mare voluttuoso ma placido,

 che amavo rischiarare nel socchiudersi di uno sguardo,

senza neanche un sussurro,

come calda, distante presenza

Per non violarlo e consolarlo,

Compagni di sempre..

Il bianco e il nero

È tutto ciò che so,

la mia placenta,

la mia dolcezza,

tutto ciò che ho,

e dall’alto arriverò alle tue profondità,

in un tocco che ti inebria

e che ci abbandona alla magia.


The kiss of the moon

Fancy that formerly I feel to be a moon,

Magical in the sky, shrouded in a mantle of stars,

In a musical and divine dimension.

Virgin lover

Of voluptuous but placid seawaters,

 That I loved brightn up in the disclosure of a glance,

With not even a whisper,

As a warm, distant presence

To not violate it and soothe it,

Forever mates..

The white and the black

Is all that I know,

My placenta,

my sweetness,

all that I have got,

and from above I will arrive to your depths,

in a touch that inebriates you

 and that let us go to the enchantment.


Friday, January 29, 2021

La cortina del mio cuore - The barbed wire of my heart







Ogni sigaretta in più è una coltellata all’utero

che toglierei ben volentieri ,

Irresistibile, irrinunciabile compagna

sono quel che resta di te…cenere…

Relax, scarico di adrenalina,

preghiere a Dio...

si posano lievemente a coprire il mio animo,

come una pellicola, un velo, un lenzuolo,

infiltrandoti nel sangue e diventando un’inespugnabile coltre... e una cortina di ferro,

a difesa di uno spazio in cui finalmente esisto solamente Io,

serrandomi nella mia solitudine,

e distaccandomi dalle preoccupazioni che affliggono la mia mente...

Fiato corto,

polmoni pesanti...

mi sospingo come posso nei meandri della vita

per non annichilire il cuore,

nelle riflessioni sui mille perché,

anestetizzata nelle coccole di una madre ignara e ipotetica,

che mi canta una saggezza antica

che mi strangola a volte nel passato,

 una canzone che non appartiene più ai nostri tempi..

.una ninnananna di sottofondo agli scenari del mondo...


The barbed wire of my heart

Each cigarette more is an abyss from the sky

It’s a stab in the uterus

That I would remove very gladly,

In this nonsense, to alleviate the burden of pain.

Irresistible, irrenounceable friend

I am what’s left from you…ashes…

Relax…discharge of adrenaline…

Prayers to god…

they lean slightly over me to cover up my soul

As a film, a veil, a sheet,

Infiltrating yourself in my blood until becoming a sort of dense and impenetrable blanket …an iron curtain…

In defense of a space in which that’s finally only me to exist,

trenching myself in the solitude,

and drifting apart from my troubles.

Short breath,

heavy lungs…

I push myself as I can in the meanders of life

To not annihilate the heart,

In the reflections about the thousands why

And anesthetized in the cuddle of an unaware and hypothetic mother,

That sings for me an ancient wisdom

That strangulates me sometimes in the past,

A song that doesn’t belong anymore to our times

A background lullaby to the world scenarios…


Thursday, November 19, 2020

Fuori di qui - out of here

                                          



Con stupore ritrovo ancora tracce di te nei miei fogli d’inesplorata incoscienza

Io che do di matto da una vita e che vorrei  riuscire a voltare pagina

Ma che ogni giorno sento ancora battere il mio cuore per te

E che non ho mai in fondo accettato la fine della nostra storia

Di un amore così puro e intenso che avrebbe fatto rabbrividire anche dio.

Io che apro le gambe per la prima carezza che mi capita

Schiacciata da una solitudine scelta

Sfinita dall’attesa.

Per non cedere all’ossessione colleziono numeri

Che al risveglio tralascio perché non sei mai tu

O con cui convivo a tratti per rassegnazione o per volermi dare un’alternativa

io che avrei voluto che la mia prima volta fosse con te

e vivevo in una nuvola rosa

nonostante le paure e le gelosie

ho dovuto accontentarmi degli scarichi ormonali del primo malcapitato

Io che non ti cerco, per farti vivere,

che so cosa significa rinunciare al grido di libertà

e che al tuo fianco  ci sarà sempre un’altra.

Oltre al primo, resterai sempre l’unico

E la tua melodica magia non smetterà mai di avvolgere il mio cuore,

quel senso di te…

Mi accontenterò  di un’amicizia e di un sorriso

troverò completezza e dimensione in qualcos’altro

che mi distragga costantemente

            Comunque mi senta                

Per dimenticarmi pure di me stessa

Dopo una vita di soluzioni a volte anche un po’ indecenti .

di ripieghi d’immagine.

Come tollerare la possibilità di poterci incontrare e non sapere se troverai davvero me e non qualcun’altro?

Cosi rimando sine die

Un pò ci rinuncio

Un po’  mi affido al caso

E intanto ti cerco altrove,                      

ma resti nei sogni.

Avrei voluto trovare anch’io il compagno di una vita,

 uno che non mi soffocasse,

sopportasse le mie asperità caratteriali e mi lasciasse i miei spazi,

sorvolando sugli inevitabili litigi e lacrime            

perché inevitabilmente  tu sei sempre li,

dentro di me, insostituibile.

Chi si accontenterebbe di un amore a metà?

è quello che vorrei veramente?

Lo chiamano “essere adulti”, per me è solo sesso anche se lo confondevo con qualcos’altro

Forse nostalgia, forse solo follia…

Se è cosi vorrei restare sempre bambina…

E  aspetto piuttosto il mio momento per andare lontano, via da qui,       

dove tutto mi ricorda te,

Per non correre più in equilibrio sul filo dell’ennesimo suicidio

Per  non credere



che, oltre a noi, anche la vita li fuori sia davvero finita

E che può perfettamente aleggiare indisturbata in armonia del tuo ricordo.

 

 Out of here

With astonisment I find again traces of you in my sheets of unexplored uncosciousness

I that give numbers from  a lifetime long and I would succeed in turning the page with the past

But that everyday I feel again to beat my heart for you everyday

And that I have never accepted in full the end of our history

of a love so pure and intense that would have shivered even god

although I opened my legs to the first caress that happens to me

Crusched in a chosen solitude

Worn out for the wait.

to not yield to the obsession I collect numbers

That on my wakes up I overlook because that is never you

Or with which I live together by stops and starts or to want to give myself an altenative

I that I would have had my first time with you

And II lived in a pink numb

Although fears and although the fear and jealousies

I’ve  to contempt myself with the hormonal unloading of he first unfortunate met by chance

I that dont’ look for you to make you live,

I that know what means renouncing to the scream of freedom

And that there will always be another girl by your side.

Other than being the first, you’ll will always remain the one

And your melodic magic never stop shrouding my heart

That sense of youself…

A friendship or a smile would be sufficient

I will find completeness and dimension in something else

that constantly distracts me

However I feel

To forget even myself

After a life made of  sometimes even a little indecent solutions…

Of images expedients.

How could it be tolerated the possibility to meet again each other and to know if it’s just me you’ll find…, not someone else

So that I postponed you sine die

A little I resign

A little comfy in the fate

And in the meanwhile I look for you elsewhere     

But you remains in my dreams.

I would have met, me too, a partner for life

Someone who woulnd’t sufficate me,

will stand up with my behavioural harshness and that leave me my spaces,

easing by the inevitable altercations and tears

because you are finally always there,

 irreplaceable.

Who would be happy to live with an half, or even worst imaginary, love?

Is it what I would have really wanted?

It’s said “being adults”, for me it’s just sex even if I confused it with something else

Maybe melancholy, maybe just madness…

If this is the world is going on, I could rather preferred to be a forever child

More than this, I wait to seize my moment to go far away, out of here,       

where everything remembers me you,

to not run away in equilibrium on the line up to the nth suicide

to not believe that, beyond us, even life outside is really come to an end

and that can perfectly hover undisturbed in harmony with you memory